Fino a poco tempo fa, ero convinto di saper ascoltare l’altro. Credevo che fosse semplice scorgere le motivazioni che lo inducono a compiere delle scelte piuttosto che altre e di come scegliesse l’idea di sé e del mondo. Mentre l’altro parlava, iniziavo automaticamente, a raccontarmi quello che gli avrei detto e come lo avrei fatto.

Questo non mi ha mai permesso davvero di essere nell’Ascolto attivo. Solo dopo aver intrapreso la mia formazione come Counselor professionista, ho toccato con mano quanto sia complicato accedere liberamente alla narrazione dell’ “Altro”, libero da interpretazioni e giudizi.

Quando mi sono trovavo a tu per tu con il collega di corso, con cui mi addestravo all’ascolto, mi sono reso conto subito che prima di allora non ero mai riuscito sul serio ad ascoltare qualcuno.

 

Carl Roger e l’Ascolto

Carl Roger afferma che l’Ascolto attivo permette di indurre un cambiamento nella persona con cui interagiamo, predisponendola a uno scambio positivo.

Ciò avviene grazie alla circolarità della comunicazione, per cui alla rabbia si risponde con rabbia, all’aggressività con l’aggressività e così via. Al contrario, se a un atteggiamento qualsiasi rispondiamo con l’ascolto attivo, è probabile che ciò susciti anche nell’altro una reazione di ascolto.
Un pò alla volta seguendo e praticando le indicazioni dei docenti della mia formazione, mi sono reso conto che Ascoltare richiede una grande presenza e un buon margine di oblio di sé.

Come per chi vuole imparare a meditare e ha bisogno di imparare una tecnica, anche per sviluppare la capacità di ascoltare, occorre apprendere delle tecniche.
L’ascolto attivo richiede la capacità di mettersi nei panni dell’altro, cercando di cogliere i suoi pensieri e sentimenti, oltre che l’espressione di quanto compreso con calore e accettazione.

In altre parole, saper ascoltare significa ascoltare con empatia.

 

L’Ascolto attivo empatico

L’ascolto attivo empatico per definizione permette di concentrarci consapevolmente non solo sul contenuto del messaggio, ma anche sullo stato emotivo dell’emittente. Empatia e ascolto attivo sono quindi particolarmente utili soprattutto quando si è in presenza di un conflitto o un problema da risolvere.

Quando ascoltiamo davvero qualcuno è come se si aprisse una finestra. Iniziamo a sentire che qualcosa sta cambiando nella stanza. Si percepisce un nuovo clima di vicinanza e partecipazione. Tutto diventa più aperto e luminoso attorno a noi. Si instaura una relazione, una “Alleanza” basata sulla fiducia, sul calore umano e l’empatia.

Quando riesco a rimandare all’altro il fatto che lo sto ascoltando e il mio interlocutore si rende conto che sta accadendo questo davvero, è possibile lavorare reciprocamente per raggiungere serenamente l’obiettivo prefissato.

E’ sempre più palese che l’individuo si rifiuta di comunicare con l’altro. Il processo richiede un movimento nelle due direzioni. Il dialogo generato dalle parti, quando è autentico e basato su un intento comune, genera non solo un doversi mettere in discussione, ma anche la presa di coscienza che tutti dovremmo impiegare il nostro tempo anche nel conoscere noi stessi in un autentico percorso di crescita personale.

Nel campo dell’Autoeducazione, l’adulto è in grado di riconoscere da sé le parti che impediscono una vita di relazione soddisfacente. E’ in grado di mettere in evidenza i propri conflitti, attivando processi di riconoscimento e trasformazione utili e necessari per operare dei cambiamenti.

L’esplorazione e l’integrazione di sé, permettono uno stato di apertura verso l’altro senza pregiudizio nella totale accoglienza. Al contrario le parti che non comunicano o che hanno difficoltà a farlo, non sviluppano la capacità di ascolto, rimangono nel conflitto senza esserne consapevoli, rimandando al mondo la responsabilità della propria condizione.

La mia intenzione è quella di condividere l’arte dell’ascolto attivo, che sto apprendendo lungo il mio percorso e costruire una rete di persone desiderose di accedere ad uno spazio di relazione autentico.